de-Ze-de - La Caduta

Dalle note di regia di Giorgio Strehler alla stagione del Piccolo Teatro di Milano 1995-96:

I drammi didattici di Brecht appartengono ad un periodo ben definito della cronistoria di Brecht. Questo periodo  più o meno va dal 1928 al 1934. Appaiono così allora La linea di condotta, L’accordo, Il volo di Lindberg (…) In essi Brecht pone alcuni problemi, mette in drammaturgia alcuni interrogativi che gli sembrano urgenti. Il pubblico dovrà decidere i torti e le ragioni dei fatti e dei personaggi. (…)”

E così de – Ze – de ha rispolverato “L’Accordo”, dramma didattico dell’autore tedesco, nato nel 1898, morto a Berlino nel 1961; autore che ha attraversato e combattuto da intellettuale il periodo più funesto della storia del ‘900, quello che trascorre dalla prima guerra mondiale fino alla caduta del Reich nel ’45: morte, distruzione, sfacelo dell’Europa e del mondo.

Integrando quanto nel testo di Brecht assume un valore assoluto, e perciò attuale, con pezzi di drammaturgia originale o frammenti poetici, da un lato si contestualizza all’oggi l’urgenza di domande che non hanno praticamente mai trovato una risposta, dall’altro si permette a  un gruppo di giovanissimi attori, dai 13 ai 22 anni di stare con un piede nel passato e uno nel presente,  con la sfida di poter rappresentare le parole di uno dei più grandi drammaturghi di sempre.

Lo spettacolo è intitolato “La Caduta”, perché ne “L’Accordo” Brecht ci parla della caduta dei sogni, che spesso si trasformano in incubi di soggiogamento: ci parla di uomini che sfidano  l’ambizione per eccellenza, quella di poter solcare senza freni le traiettorie del cielo, e inevitabilmente cadono, sopraffatti, più che dalla tecnica,  da sé stessi, sopraffatti da un acceso individualismo, da una volontà di potenza che scappa loro di mano.  Così, nello spettacolo presentato al Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto sabato 9 maggio 2015, agli aviatori e narratori di questa caduta, interpretati dagli Allievi del Corso Avanzato di Recitazione per Giovani, si aggiunge un gruppo di clown, più immaginati che reali, interpretati dagli Allievi del Corso di Formazione Teatrale per Adolescenti, che rappresentano l’opposizione, quelli a cui non interessano parole e concetti come sfruttamento, illegalità, corruzione…come spesso non interessano ad alcuno di noi realmente, se non per una notizia o un evento che ci toccano in modo palese ed eclatante. Ma alle domande di Brecht, la messa in scena restituisce la speranza che possano, se non trovare risposta, quanto meno un giorno essere ascoltate: così i clown a poco a poco dubitano della loro stessa posizione e avvertono che forse il tempo dei giochi è finito, che dalla caduta delle ambizioni ci si può sollevare con rinata consapevolezza in un tempo migliore da costruire insieme, un cammino che la società degli Uomini deve affrontare insieme laicamente per non cadere, appunto, nel baratro definitivo dei propri egoismi e della propria incoscienza.