MISTERIOSA LUCREZIA

Con debutto all’interno della rassegna “Rose di Marzo”, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di San Giovanni Lupatoto, presso il Teatro Astra, il 6 Marzo 2010, lo spettacolo è dedicato ad uno dei personaggi femminili più controversi dell’antica storia d’Italia – la figlia di Papa Alessandro VI, Lucrezia Borgia. Scritto da Andrea De Manincor, con la consulenza storica di Francesca Zerman e le coreografie di Barbara de’ Nucci, rivela l’intento di  compiere una sorta di semi-rivoluzione copernicana, sovvertendo magari in parte i giudizi, o pregiudizi, che questa donna nobile, altera e bellissima seppe portarsi appresso addirittura già in vita. Ma non è un’operazione esclusivamente riabilitativa: tutto sommato, forse, alla fine, non è emesso alcun giudizio ma si  vuole piuttosto rendere teatrale una figura importante del nostro glorioso passato, al centro di controversie politiche e familiari, ma anche donna protagonista in assoluto del proprio tempo, mecenate delle arti, una vita  che dallo smarrimento dei sensi seppe infine guardare con distacco alle dissolutezze e agli eccessi giovanili fino a raggiungere una grandezza quasi spirituale. Un cammino che si compie con l’ausilio della parola scenica e del gesto coreutico spesso accompagnati anche da ironia, quella che può e sa ispirare un personaggio così contraddittorio e multiforme come quello della bella e misteriosa Lucrezia. 

La nostra Lucrezia diventa materia di un play within the play, di uno spettacolo nello spettacolo.
Abbiamo immaginato che a rappresentarne le vicende, attraverso una scrittura semplice, scarna, la meno barocca possibile, la più diretta possibile, fosse una scalcinata compagnia di scavalca montagne, cioè a dire gli ultimi superstiti dell’antica tradizione della Commedia dell’Arte, che vennero meno, 
piuttosto definitivamente, negli anni a cavallo tra i ’30 e i ’40 del funesto secolo appena passato, superati infine dal cosiddetto capocomicato e dalla fondazione, successivamente, delle compagnie stabili. In un posto un po’ senza tempo e senza storia, davanti ad un pubblico quasi di fantasmi, la compagnia del signor Severino, custode di un segreto che inizialmente non vuole rivelare, si trova a inscenare l’umana avventura di Lucrezia, adottando spesso, a prestito dalla Commedia dell’Arte, una comunicazione di informazioni che avviene attraverso l’utilizzo della maschera.